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DPI DI SCANSIONE VS. DPI DI STAMPA
Risoluzione di scansione necessaria per stampare sui diversi formati carta
Le diapositive (o negativi o fotografie) scansite a 2400 dpi sono persino sovrabbondanti per la visione sul monitor di un PC e hanno una resa ottima anche in TV (nei quali un modello "Full-HD" di nuova generazione può avere una risoluzione di 1920x1080).
I 2400 dpi, inoltre, possono andare bene anche per molte stampe a seconda del formato carta e della risoluzione di stampa.
Ma esiste un criterio per stabilire "la risoluzione giusta"?
Sì, c’è.
Anzi, ce ne sono due: uno empirico (e un po’ rozzo) e uno scientifico.
Criterio empirico
La risoluzione espressa in dpi è un indicatore che si usa nello spazio "fisico": parliamo di 2400 dpi (dots per inch, punti per pollice, 1 inch = 2.54 cm) e quindi stiamo dicendo che in ogni trattino di 2.54 cm ci stanno 2400 punti.
Se la risoluzione è di 4800 dpi in un trattino di 2,54 cm ci sono 4800 puntini quindi l'immagine sarà piu nitida.
La risoluzione espressa come numero di pixel indica invece da quanti punti (in larghezza e in altezza) è costituita un’immagine digitale. Siamo quindi in uno spazio "virtuale".
Il criterio empirico, basato sul buon senso, dice che:
- quanto più grande è lo spazio fisico da stampare (il formato carta)
e
- più grande la risoluzione di stampa (quanti punti di toner ogni 2.54 cm)
allora
- tanto più grande dovrebbe essere lo spazio virtuale.
In parole povere, più grande è il formato carta e/o la risoluzione di stampa, più grande deve essere la dimensione dell’immagine (in Megapixel, larghezza x altezza).